Negli ultimi vent’anni, la SEO è stata considerata quasi esclusivamente come un gioco a due: il contenuto da una parte, Google dall’altra. Ottimizzazione significava apparire in cima ai risultati di ricerca, possibilmente nella famosa “posizione zero”. Tutto girava attorno a keyword, backlink e struttura tecnica del sito.
Ma qualcosa è cambiato. Anzi, sta già cambiando da un po’.
Oggi le persone cercano ovunque. Non più (o non solo) su Google. Usano TikTok per scoprire nuovi ristoranti, YouTube per imparare a montare una mensola, Amazon per valutare un prodotto, Instagram per seguire i trend, Spotify per cercare podcast su un tema e persino ChatGPT o altri tool AI per ottenere risposte rapide.
In questo scenario, essere visibili significa non farsi trovare solo da Google, ma ovunque si sviluppi un’intenzione di ricerca, anche sui social.
Ed è qui che nasce una nuova strategia: la Search Everywhere Optimization.
Search Everywhere Optimization: di cosa parliamo, esattamente?
Possiamo considerare la Search Everywhere Optimization come l’evoluzione naturale della SEO tradizionale. È una risposta al modo in cui le persone oggi si informano, acquistano, imparano e scelgono. Se una volta l’utente medio digitava una domanda nella barra di ricerca, oggi quel comportamento è distribuito su decine di piattaforme digitali diverse e Google non è più la prima scelta.
Ogni piattaforma ha la sua forma di ricerca. Ed è qui che cambia la prospettiva: ogni piattaforma ha una SERP, ovvero una “pagina dei risultati”, con logiche e algoritmi propri.
Alcuni esempi concreti:
- Su TikTok, le ricerche sono testuali, ma i risultati sono video brevi, legati ai trend del momento, con audio virale e sottotitoli strategici.
- Su YouTube, la rilevanza dipende dal titolo, dalla descrizione, dai tag, ma anche da watch time, engagement e CTR.
- Su Amazon, le keyword sono importanti, ma lo sono anche le recensioni, la disponibilità e il prezzo.
- Su strumenti AI come ChatGPT, è importante capire quali fonti queste piattaforme “leggono” per generare risposte attendibili.
La Search Everywhere Optimization, quindi, è un cambio di mentalità: non si tratta più solo di ottimizzare per una piattaforma, ma di farsi trovare ovunque abbia senso esserci per il proprio pubblico.
Quali sono gli strumenti da usare per l’ottimizzazione “everywhere”?
Fare Search Everywhere Optimization richiede più strumenti: serve metodo, serve un approccio multidisciplinare che incrocia SEO, content marketing, branding e comprensione dei formati digitali.
Tuttavia, ci sono piattaforme e tool appositi per chi vuole attuare questo tipo di strategia:
- RunwayML, Midjourney, ElevenLabs (per contenuti AI-driven): utili a creare asset visivi o vocali che si adattano al linguaggio nativo delle nuove piattaforme.
- TubeBuddy, vidIQ: plugin ideali per ottimizzare contenuti su YouTube, dai titoli ai suggerimenti di keyword.
- Amazon Seller Tools (come Helium 10 o Jungle Scout): per monitorare keyword, trend di prodotto e ottimizzare le schede.
- SEOZoom, Semrush, Ahrefs: ancora fondamentali per analizzare il traffico organico da motori tradizionali, ma sempre più integrati con insight da social e piattaforme verticali.
- Pinterest Trends, TikTok Creative Center, Google Trends: strumenti che aiutano a comprendere le ricerche e i trend specifici per singole piattaforme.
Ma soprattutto, ciò che serve è una strategia che si sviluppa su più canali: la capacità di partire da un contenuto centrale (come un articolo o una guida) e declinarlo in formati diversi su canali diversi, mantenendo coerenza ma modificando tono, durata e linguaggio visivo.
SEO o branding? In realtà, entrambi
Uno degli effetti collaterali più interessanti della Search Everywhere Optimization è che costringe le aziende a ragionare di branding in modo più ampio.
Essere visibili non basta più. Serve anche essere coerenti, riconoscibili, memorabili, ovunque si compaia. Ogni punto di contatto diventa un’occasione per rinforzare la propria identità di marca.
Essere “primi su Google” non basta più: è necessario riuscire dare la risposta giusta nel posto giusto. E questo cambia tutto.
Quali risultati aspettarsi con la Search Everywhere Optimization?
Applicare la Search Everywhere Optimization non significa moltiplicare lo sforzo a vuoto. Anzi, significa moltiplicare la presenza con criterio.
I benefici concreti includono:
- Aumento del traffico da fonti prima trascurate.
- Diversificazione dei canali di acquisizione (non dipendere più solo da Google).
- Crescita della brand awareness su piattaforme emergenti.
- Più opportunità di conversione perché si intercettano diversi momenti della customer journey.
- Maggiore longevità dei contenuti, grazie alla distribuzione strategica.
Non si tratta di fare tutto, ovunque. Si tratta di capire dove il proprio target cerca davvero. E farsi trovare, nel modo giusto, nel momento giusto.
La ricerca non è più un luogo, è un comportamento
La Search Everywhere Optimization non è destinata a svanire. È un nuovo mondo dove l’utente non aspetta più passivamente un link blu su Google, ma scorre, esplora, ascolta, guarda, chiede, interagisce.
Essere presenti ovunque non significa essere ovunque a caso. Significa pianificare la presenza con intelligenza. Capire dove ha senso essere, con che tipo di contenuto, con che linguaggio, con che obiettivo.
E in fondo, è anche una buona notizia: il digitale torna ad essere più umano, più vicino ai comportamenti reali delle persone, più aperto alla creatività e meno alle logiche univoche da motore di ricerca.
Ti sembra tutto troppo? Con te c’è KERNERS.co.
I tempi cambiano in fretta.
Oggi essere visibili ovunque non è semplice: richiede strategia, adattamento, una conoscenza profonda dei canali e dei comportamenti digitali. Ma non serve rincorrere ogni trend da soli.
Con il nostro supporto, puoi trasformare questa nuova complessità in un vantaggio competitivo.
Contattaci e costruiremo insieme la tua visibilità di domani. Ovunque.