Approccio Data-Driven: cos’è e perché è importante

Avatar Nicholas Schibuola • 1 Luglio 2022

L’approccio data-driven è, ormai, una realtà a cui sempre più aziende stanno aderendo. D’altronde è arrivato il momento di esaltare e gestire i Big Data e, per le aziende, è una risorsa essenziale. Parliamo di metodi per avvantaggiare il business e per effettuare le migliori scelte aziendali. Avere un’ottica puntata verso l’importanza del dato è indubbiamente una challenge, che occorre affrontare con le giuste capacità ma, soprattutto, con gli strumenti idonei. 

Ottenere un ideale approccio data-driven, è un’esigenza irrinunciabile per le aziende. Proprio da questa necessità, KERNERS.co ha deciso di guidarti alla scoperta del legame data-driven e business, nonché della sua essenzialità. 

Approccio Data-Driven: cosa significa davvero e perché è importante

Iniziamo spiegando il vero significato dell’approccio data-driven. La traduzione letterale di questa espressione inglese è “guidato dai data”. Effettivamente è un po’ il concetto principale. Approccio data-driven consiste nel basare scelte aziendali strategiche sullo studio dei dati e sulle informazioni da essi estraibili. Il percorso per divenire una data-driven company non è immediato, specie per un motivo. Spesso si pensa – erroneamente – che la modalità per convertirsi in azienda data-driven sia quella di basarsi solo sulla tecnologia. Ovviamente è fondamentale sfruttarla, ma non si parla solo di questo, bensì di analizzare e farsi guidare da veri e propri numeri reali o presunti. E non è tutto: si tratta di eseguire un cambio direzionale e gestionale CEO management. 

Basarsi sui dati è ciò che consente di mutare le proprie strategie, con lo scopo di raggiungere risultati maggiormente produttivi, incontrando le esigenze aziendali e della clientela. L’esempio più noto è quello di applicazioni come Youtube Music e Spotify che, in base alle preferenze musicali soggettive di ogni singolo utente, consiglia brani e crea playlist. Rappresentano il modo più palese per utilizzare dati reali, ottenendo effetti incredibilmente positivi sull’attività e l’esperienza del cliente.

Infine può avvantaggiare la comunicazione interna, la quale sarà più propensa a ideare progetti di qualià.

Come iniziare l’approccio data-driven: stipulare una Data Strategy

Nel momento in cui un’azienda comprende l’importanza di aderire ad un modello data-driven, deve capire in che modo approcciarvisi. Sicuramente è bene munirsi della consapevolezza che sarà necessario eseguire dei cambiamenti di scelte, di strategie e di gestione. Non è un percorso automatico, immediato e tantomeno banale. Con le giuste competenze e gli strumenti più adatti, tuttavia, è possibile facilitarlo e permettere all’attività di arrivare a risultati importanti.

Parliamo, allora, di Data Strategy. Chiaramente è una tecnica basata sui dati che muta in base alle esigenze e agli obiettivi aziendali. Dunque è “personalizzabile”, motivo per cui è ancora più essenziale porre attenzione.

Da consuetudine si suddivide una Data Strategy in quattro parti fondamentali: consapevolezza e responsabilità, data science e team apposito, organizzazione aziendale e rivoluzione di ruoli e risorse. Andiamo ad analizzare insieme fase per fase.

Prima Fase: la consapevolezza di un nuovo orientamento business

La prima fase è forse la più “dura”, in quanto prevede la presa di coscienza che la propria azienda sarà guidata dai dati. Parliamo di uno step fondamentale, in cui avviene per la prima volta un approccio al data-driven. Dunque si passerà da scelte di business tradizionali ad un processo all’avanguardia, dove ci si affiderà a dei veri e propri dati. Seppur quest’ultima sia una parte più delicata, è quella che darà il via al vero successo delle scelte aziendali. Entrare nella concezione che strategie mirate, basate su dati reali, siano effettivamente fruttuose, aiuterà nella procedura di consapevolezza e di nuova ottica ai Big Data.

Seconda Fase: instaurare una squadra Data Science

Ci si riferisce ad un team specializzato nell’analisi e nella gestione dei dati, su cui si basano le nuove strategie. Internalizzare una squadra che si occupi dello studio e dell’organizzazione dei dati su cui lavorare, è indispensabile. Questo perché consente maggiore consapevolezza, informazione e comunicazione all’interno dell’azienda. Si tratta di una o più persone, idonee a esaminare i dati e comunicarli efficacemente all’intero business. Grazie a questo team, incrementa anche il knowledge sul data-driven. Una risorsa letteralmente preziosa, capace di sperimentare nuove tattiche a seconda dei dati ottenuti.

Terza Fase: assimilare data-driven e azienda

Un altro step particolarmente importante riguarda l’approccio data-driven dell’intera azienda. Questo significa che, una volta sperimentate le modalità di analisi e di gestione dei dati, tutta l’organizzazione deve prenderne visione. Ogni reparto dell’attività deve essere a conoscenza di questo nuovo orientamento e, inoltre, deve capirlo. In questo modo si converte, step by step, ogni elemento aziendale al data-driven. Nel momento in cui si conosce questo approccio innovativo, la comunicazione e la traduzione dei dati diventa più efficiente e comprensibile.

Quarta Fase: gestire l’azienda e le risorse seconda il data-driven

Infine, ad uno step in cui l’azienda è già matura sotto il punto di vista Big Data, è bene bilanciare il ruolo dei dati, del team data science e del reparto business-marketing. Così facendo, i compiti assegnati saranno sempre specifici, nonché mirati ad ottenere risultati tramite l’influenza dei dati. Risulta essere una decisione saggia anche per evitare conflitti interni al team. 

Un data-driven a seconda delle esigenze aziendali

Come anticipato, un approccio data-driven è completamente soggettivo e dipende solo dagli obiettivi che si intendono raggiungere. Può riguardare, per esempio, una maggiore analisi della clientela, dei suoi comportamenti, di ciò che compra e quanto spende. Non esiste un vero e proprio schema adatto ad ogni business, ma è bene studiare a fondo il motivo per cui si vuole passare a questo orientamento.

Come supportare l’approccio data-driven: gli strumenti digitali

Gli strumenti digitali sono ciò che, attualmente, aiutano, supportano, sostengono e migliorano le aziende. Avvicinarsi al digitale è una scelta più che saggia se si intende facilitare precisi processi aziendali e raggiungere i risultati sperati con successo.

Uno degli strumenti digitali più utili, è senza dubbio Google Analytics insieme al suo simile Google Data Studio

Google Analytics è il software per eccellenza di controllo e gestione dei dati aziendali. Permette di esaminare a fondo le statistiche inerenti i dati online del sito web aziendale, utilizzato particolarmente per l’analisi dei KPI.

Google Data Studio, sempre della famiglia Google, è un altro programma online composto da una dashboard personalizzabile. Quest’ultimo consente di creare report, analizzare i dati e renderli condivisibili.

Due strumenti digitali incredibilmente utili, capaci di fornire un importantissimo supporto aziendale. Senza questi, specie nell’era digitale qual è il 2022, si perde metà delle risorse preziose per un’attività. Tuttavia è fondamentale saperli utilizzare con cura e precisione, tramite le competenze adatte. 

Ci pensa KERNERS.co ad usare gli strumenti digitali per il tuo approccio data-driven

Utilizzare correttamente gli strumenti digitali non è sempre semplice: ci vogliono professionisti che abbiano le competenze adatte. Se hai intenzione di convertire la tua azienda al data-driven, affidati agli esperti di KERNERS.co: hanno il compito di avvicinare la tua azienda al digitale. 

Affidati a KERNERS.co per il tuo nuovo approccio data-driven con strumenti digitali.

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